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Smettere di fumare: come ci sono riuscito

Ho smesso di fumare dall'oggi al domani, senza ricorrere a farmaci e basandomi solo sulla forza di volontà (è stata molto dura!); di seguito racconto la mia esperienza personale con le sigarette.

Ho cominciato a fumare quasi per gioco, in un momento in cui non potevo immaginare cosa significasse la dipendenza da nicotina.Inizialmente fumavo due-quattro sigarette al giorno, e l'impressione era che avessi potuto smettere in qualsiasi momento, e senza particolari difficoltà.Successivamente, il numero delle sigarette fumate quotidianamente è aumentato, raggiungendo una media di 14-16; nelle occasioni in cui mi capitava di far tardi la sera, poi, non era difficile arrivare anche a quota 30.
Raramente mi capitava di rimanere senza sigarette; ricordo una domenica in cui ne ero completamente privo e l'unica cosa che avrei desiderato era fumarne una: mi sentivo triste, depresso, nervoso e non vedevo l'ora che arrivasse lunedì per recarmi dal tabaccaio ad acquistare l'agognato pacchetto di "bionde".

Circa tre anni dopo aver cominciato a fumare, decisi seriamente di smettere.La molla che fece scattare la fatidica decisione fu un posacenere colmo di mozziconi dopo una serata di fine marzo trascorsa a chiacchierare con un amico: in quel momento ho deciso che avrei troncato il vizio del fumo e che dal giorno successivo non avrei mai più toccato una sigaretta.

I primi 15-20 giorni senza sigarette sono stati durissimi, ero molto nervoso, anche se mi sentivo reattivo, pronto, intraprendente.Sul lavoro ero più efficiente, ma sentivo che mi mancava particolarmente la prima sigaretta del mattino; ero comunque fermamente deciso a dire basta col fumo, per cui cercavo in tutti i modi di pensare ad altro ogni volta che la voglia di sigaretta si faceva sentire.
Nel frattempo, la respirazione era diventata fluida e profonda e il corpo sembrava rifiorire, anche se da un punto di vista nervoso lo stress accusato è stato notevolissimo.

Trascorsi i primi mesi senza più toccare una sigaretta, ho intuito di aver raggiunto l'ambìto traguardo.
La voglia di fumare è lentamente diminuita, fino a svanire; il prezzo da pagare, in sostanza, sono stati alcuni mesi assolutamente snervanti.
I mesi e gli anni successivi, nella mia esperienza, sono serviti ad allontanare sempre più i fantasmi delle sigarette da un organismo che ha ormai intrapreso una nuova - e più salutare - fase.

Pur essendo riuscito nell'intento di smettere di fumare, credo però di aver messo in atto una strategia di "liberazione" dalle sigarette non del tutto corretta.Il mio approccio è stato molto drastico (improvvisa riduzione da 15 a zero sigarette al giorno, dall'oggi al domani), anche in relazione al mio grado di dipendenza dalla nicotina, nella fattispecie di livello medio-alto.La dipendenza da nicotina è così forte da essere paragonabile a quella da cocaina: è sbagliato pensare, come ho pensato io, di potersi liberare dalle grinfie del "mostro" basandosi sulla sola forza di volontà, elemento comunque imprescindibile ma, da solo, non sufficiente.

Se tornassi indietro mi comporterei in maniera diversa: andrei dal medico di famiglia, in modo da farmi consigliare - in relazione al mio grado di dipendenza - la migliore strategia per liberarmi dalla schiavitù della sigaretta.Se proprio fossi ostinato a voler percorrere la strada del fai-da-te, non commetterei più l'errore di troncare completamente le sigarette da un giorno all'altro: fisserei dei limiti e magari degli orari giornalieri, tendendo a diminuire, gradualmente e lentamente, il consumo complessivo di sigarette.

Per alleviare le crisi di astinenza avrei potuto provare i chewing-gum o i cerotti a rilascio di nicotina, che con ogni probabilità avrebbero reso meno doloroso il mio (brusco) distacco dalle sigarette.

Lo dico sinceramente: se avessi saputo che smettere di fumare - nel modo in cui ho smesso io - avrebbe comportato tutto lo stress e il nervosismo che ho accusato, avrei abbandonato l'idea di smettere e sarei andato avanti a fumare.

Va anche detto che troncare il vizio del fumo in modo "barbaro" può, in alcuni casi, comportare due gravi conseguenze: sviluppare una - più o meno blanda - dipendenza dall'alcol e/o scivolare nella depressione.

La cosa migliore, inutile dirlo, era non cominciare a fumare; uscire dal tunnel è infatti (molto) più difficile di quanto si possa immaginare, anche se tutto sommato si tratta di un'impresa non impossibile.

Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2013
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